BATTAGLIA A GAZA, NETANYAHU STRINGE FILA GOVERNO INCALZATO DA RICHIESTE USA CERCA SPAZIO MANOVRA;MORTI 2 MILITARI
Tornato da una burrascosa missione negli Stati Uniti, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato oggi a Gerusalemme i sei ministri a lui più vicini per consultarsi sull’atteggiamento da mantenere di fronte a una serie di richieste perentorie inoltrategli dal presidente Barack Obama. La critica consultazione si è protratta per ore, lontana dalla stampa: a renderla ancora più drammatica sono giunti nel pomeriggio aggiornamenti dalla striscia di Gaza su cruenti scontri fra unità dell’esercito e miliziani palestinesi. La battaglia è durata a lungo, cominciata con un agguato a una pattuglia israeliana forse con l’obiettivo di rapire alcuni soldati per ripetere il caso di Ghilad Shalit, prigioniero a Gaza dal 2006. Il rapido degradarsi della situazione ai confini con Gaza dove sono ripresi i lanci di razzi e gli agguati armati alle pattuglie israeliane accresce il clima di pessimismo dei ministri israeliani. Nelle ultime settimane nel Neghev la popolazione è stata costretta a più riprese a lanciarsi nei rifugi e gli avvertimenti ad Hamas non hanno avuto effetto. Ad innescare la battaglia odierna è stato un ordigno la cui esplosione ha investito una pattuglia israeliana uccidendo due soldati, secondo le Tv arabe. Israele ha reagito con un cannoneggiamento che ha provocato la morte di almeno due miliziani di Hamas. E nella ridda di rivendicazioni è comparsa anche una sigla sconosciuta ma preoccupante: ‘Taleban-Palestinà. Una indicazione di più che elementi filo al-Qaida sono sempre più attivi a ridosso del Neghev. La lista di richiesta presentata da Obama ha lasciato stupefatti i ministri israeliani. Secondo la stampa include: il congelamento di progetti edilizi ebraici a Gerusalemme est; l’estensione nel tempo del congelamento di nuovi progetti nelle colonie della Cisgiordania; l’allargamento in Cisgiordania delle Zona A di autonomia palestinese; la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi; la disponibilità da parte di Israele di affrontare già nel contesto di ‘proximity talks’ (negoziati indiretti con l’Anp) questioni cardine del conflitto. Gli Stati Uniti incalzano. Un quotidiano vicino a Netanyahu, Israel ha-Yom, ha scritto che esigono risposte nei prossimi giorni per influenzare il vertice della Lega Araba che si apre domani in Libia. Ma la seduta odierna di Netanyahu con i ministri è stata solo consultiva e, secondo osservatori, la risposta di Israele alle richieste di Obama sarà formulata solo dopo le feste pasquali ebraiche, ai primi di aprile.
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